Nov 11, 2023
"Giovedì", di George Saunders
By George Saunders George Saunders reads. On the bright side, it was Thursday.
Di George Saunders
George Saunders legge.
Il lato positivo è che era giovedì.
"Gerard, sì, ciao, ciao," disse la signora Dwyer, l'assistente dell'infermiera autorizzata a consegnare il copricapo Perlman e la grande pillola verde e quella più piccola rossa che attiva quella verde.
"Com'è andata la settimana?" lei chiese.
George Saunders sulla natura della mente.
"Lo stesso," ho detto.
"Oh, Dio, scusa," disse.
Nella sala di trattamento 4, controllò con il calibro per assicurarsi che il piedino di pressione del Perlman fosse posizionato correttamente.
Era.
Sembrava un po' nervosa oggi.
"Prima il verde", ha detto. "So che lo sai."
Podcast: la voce dello scrittoreAscolta George Saunders leggere "Giovedì".
Ho preso il verde.
"Bene," disse. "Ora il rosso. Poi l'agua."
Ho preso il rosso. Ho bevuto l'acqua dalla fiala pre-misurata.
"Siediti, aspetta, divertiti", ha detto. "Possa questo portarti guarigione."
"Grazie", dissi.
Per legge doveva stare lì ad aspettare finché non avesse fatto effetto.
"Tutti hanno un diritto," disse distrattamente.
"Certamente," dissi, preoccupato come sempre che questa volta non avrebbe funzionato.
"Per sentirsi bene," disse, "in questo vecchio pazzo... wow. Eccolo. Eccolo, sì?"
Eccolo, sì.
È iniziato, come al solito, con una vaga sensazione di ricordo: io, l'erba, l'estate. Poi arrivò il giovane Corpo della Memoria, che gradualmente occupò lo Spazio Iconico Ricordato Casualmente: il nostro cortile in Plymouth Street, io disteso sul prato, mia sorella Clara, lì accanto a me. Presto, ovunque guardassi, eccolo lì, quel vecchio mondo, ora l'unico mondo, fino a un pettirosso su un palo di recinzione inclinato che inclina la testa verso di me, come, Ricordati di me, pettirosso casuale della tua giovinezza?
A giudicare dalla maglietta che indossavo (il segno della pace rosso-bianco-blu al centro a forma di bersaglio), avevo tredici anni, Clara dieci (quelle dolci trecce). Noi due condividevamo, come facevamo così spesso allora, un sentimento quasi mistico di cameratismo tra fratelli mentre giacevamo lì cercando di discernere forme significative tra le nuvole. Poi arrivarono i suoni adorabili del vecchio quartiere: il chiacchiericcio delle vendite da una radio appoggiata alla finestra della cucina; le auto sulla Blair, più palesemente meccaniche e clank-clank-clank rispetto alle loro controparti contemporanee; tosaerba lontani che muggiscono come uomini infuriati con i capelli a spazzola in disputa; locuste che ronzano da ogni dove.
Tutto era così familiare, assolutamente caro.
Eppure stava accadendo per la prima volta.
Qualcosa nella qualità della luce sembrava fare promesse riguardo al nostro futuro: la vita avrebbe continuato ad essere quello che era sempre stata per noi, un'apertura perpetua, fuori e fuori. Non solo continuerebbero a materializzarsi nuove deliziose esperienze, ma si espanderebbero anche i nostri mezzi per comprendere e godere di quelle esperienze. Stava arrivando un nuovo mondo emozionante, in cui i privilegi degli adulti sarebbero stati nostri: avremmo guidato, baciato, fumato, riso con sicurezza con voci più roche che presto sarebbero nate misteriosamente dentro di noi.
Poi la luce, più l'odore dell'aria (terriccio, erba appena tagliata, un accenno di vaniglia dalla pianta di Nabisco dall'altra parte del parco), cominciarono a comunicarmi una seconda certezza subverbale: era chiaro per me, sdraiato sulla schiena, che , di tutte le generazioni che avevano calpestato la terra, la nostra - quella di Clara e la mia, cioè proprio questa - sarebbe stata la prima a scoprire che i modelli oppressivi osservabili ovunque intorno a noi (guerre, rivolte, divorzi, carestie, strani anziani la cui amarezza aveva ingiallito i loro denti e deformato le loro spine) poteva essere interrotto. Tutta l'eternità, cioè, ci aveva portato a questo momento, in cui finalmente saremmo arrivati. Finalmente poteva iniziare il culmine della faticosa storia della terra, durante la quale, all'inizio, innumerevoli generazioni di uomini con sandali di cuoio grezzo avevano conficcato le spade in altri uomini con sandali, mentre le donne oppresse degli uomini pugnalati guardavano, temendo il loro imminente stupro, dopo di che alcuni uomini un po' più sofisticati, in gambali e cravatta, avevano affondato le sciabole in altri uomini in gambali e cravatta, mentre le loro donne oppresse tossivano in delicati fazzoletti, temendo il loro imminente rapimento, e anche nei tempi buoni i poveri si ammalavano, i ricchi banchettavano, gli uomini picchiavano i cavalli, i leoni mangiavano le gazzelle e per cosa? A che scopo? Era stata tutta una disposizione di energia inutile, casuale e priva di significato?